Ieri sera, l'emittente di Stato "Rai Uno", ha mandato in onda, come di consueto in seconda serata, la trasmissione Porta a Porta condotta dal noto giornalista Bruno Vespa.
Il tema del giorno era l'ormai noto "giallo di Perugia" con sfumature che hanno portato il conduttore a trattare anche altri casi quali quello di Garlasco e il problema della droga in diverse città italiane.
Diversi elementi penso abbiano colpito l'attenzione di chi osservava la puntata: innanzi tutto il comportamento del conduttore. Era evidente che il Sig. Vespa volesse fare da padre-padrone di casa interrompendo in modo arrogante gli ospiti, credendo di possedere la verità assoluta. Diverse volte ha interrotto avvocati e psicologi e non solo per porre delle domande o chiedere dei chiarimenti, bensì attaccando (in maniera talvolta irridente e con fare di superiorità) le dichiarazioni di essi.
Trovo riluttante che certi personaggi siano ancora alla guida di alcuni programmi di attualità tra i più seguiti sulla rete pubblica.
Ma senza ombra di dubbio, ciò che hanno sconcertato maggiormente, sono stati i commenti del conduttore dopo la messa in onda del servizio riguardante il dilagante uso di droga. Ma questo signore dove vive? Come fa a sorprendersi così tanto e poi a fare il perbenista? Perchè continua ad accusare indistintamente i giovani di oggi? Lo sa che il 33% dei parlamentari (suoi abituali ospiti) fanno uso di sostanze stupefacenti? Perchè puntare il dito solo contro le generazioni dei più giovani?
Signor Vespa si guardi in giro, metta i piedi per terra, la smetta di credersi un dio (inesistente), ed esca dalla campana di vetro nella quale vive. Lo sanno tutti che lei è un grande conservatore e leccapiedi del papa, ma ora basta! Abbia rispetto di noi tutti, indistintamente da età, credo e colore della pelle!